Con CSC nell’India del caffè
Per CSC il sopralluogo periodico nelle terre d’origine del caffè ha un ruolo fondamentale per verificare il livello di qualità della produzione, le infrastrutture, ma soprattutto di mantenere un rapporto diretto con i produttori, che si protrae da molti anni con reciproca soddisfazione. L’ultimo si è svolto in India, poco prima che il covid bloccasse il mondo.
Guidati dal responsabile dell’area, Enrico Romano di C.B.C., hanno partecipato al viaggio alcuni membri dell’Associazione: Serena Nobili di Dini Caffè, Vittorio e Alessandra Barbera di Barbera 1870, Graziano Carrara di Carrara Coffee Agencies, Fabio Dotti di Caffè Agust, Marie Luise Millemaci di Blaser Trading.
La prima tappa del viaggio è stata presso la piantagione di Vellakadai, nello stato di Tamil Nadu, nel sud della penisola indiana . Sulla parte apicale di uno dei rilievi delle Shevaroys Hills, tra 1300 e 1600 metri si trova la piantagione, che in alcune aree è ombreggiata dai mandarini che arrivano a maturazione insieme al caffè. Il raccolto viene fatto con cura, scegliendo le ciliegie più mature, dopodiché il prodotto è spolpato, fermentato, lavato e asciugato al sole su un patio di mattoni. Il risultato è un arabica dolce di buon corpo, con una leggera acidità, particolarmente gradevole in espresso.
Il gruppo si è quindi spostato nelle piantagioni di Raigode e Fairland, nella parte meridionale dello stato di Karnataka, distretto di Kodagu, di proprietà della compagnia BBTC - Bombay Burmah Trading Company. La collaborazione con questa azienda iniziò 20 anni fa con Roy Machia. “Il nostro sforzo fu di convincerlo a preparare un caffè adatto alle nostre esigenze - dice Enrico Romano -; un impegno che ha dato frutti eccellenti anche grazie alle continue cure: sono state messe a dimora nuove piante di arabica eliminando quelle malate, rafforzata l’ombreggiatura ed effettuate drastiche potature. Questi interventi hanno dato ottimi risultati”. Raigode fornisce un robusta di qualità Parchment AB che cresce tra 850 e 950 metri e in tazza unisce un buon corpo a un’assoluta pulizia e mancanza di difetti. Fairland seleziona un ottimo caffè arabica lavato che cresce all’ombra nella fitta giungla indiana tra i 900 e i 1070 metri. In bocca è piacevole, dal gusto delicato di cacao che persiste nel retrogusto.
L’ultima visita è stata a Jacob Mammen, proprietario le piantagioni della Badra Estate and Industries LTD, sulle colline del Bababudangiri, nei Ghats occidentali. I caffè arabica, coltivati tra 1000 e 1500 metri, presentano in tazza un corpo pieno e rotondo, un gusto pulito, con un’acidità raffinata e un bouquet aromatico floreale. La robusta cresce a un’altitudine maggiore di quanto avvenga in altri Paesi: presenta un corpo pieno, note intense di cioccolato e nocciola tostata, retrogusto persistente e gradevole, senza le sgradevoli note legnose e terrose che spesso si accompagnano a questa varietà.
“Frequentiamo da più di vent’anni alcuni produttori e possiamo affermare che CSC li ha aiutati a fare una decisa scelta di campo, innalzando la qualità del caffè senza cedere alla forza delle multinazionali, attraverso la collaborazione reciproca - riprende Enrico Romano _. Un vantaggio che ricade positivamente anche sulla vita dei lavoratori. Si tratta di produzioni medio-piccole, dove la cura prende il via con potature e fertilizzazioni regolari, la realizzazione di ombreggiature che migliorano la qualità dei caffè, la cura meticolosa in fase di raccolta (picking selettivo) e delle successive lavorazioni. Per la spedizione i nostri referenti utilizzano sacchi grain pro, un imballaggio studiato per la conservazione ottimale dei chicchi di caffè, che mantiene la qualità a livelli costanti tutto l’anno”.